Tra gli autori ci sono molti amministratori giudiziari facenti parte del network AGN. Un’opera caratterizzata da un taglio particolare, focalizzato sugli aspetti critici ricorrenti nelle gestioni di beni e aziende sequestrate. Il manuale si compone di 680 pagine, cinque parti e ventisei capitoli che ripercorrono le diverse fasi in cui si sviluppa una procedura di amministrazione giudiziaria di beni e aziende, dall’esecuzione del sequestro fino alla destinazione successiva alla confisca definitiva. La trattazione prende le mosse dai problemi operativi che quotidianamente vengono riscontrati da amministratori giudiziari, magistrati, avvocati e altri operatori, in una prospettiva volta alla sistematizzazione dei profili gestionali - di beni e aziende sequestrate - più controversi per individuare e proporre soluzioni efficaci ai problemi più comuni. Da quelli gestionali a quelli più marcatamente giuridici che si presentano nelle diverse fasi della procedura, anche alla luce delle continue novità normative e delle variegate prassi tribunalizie.
Prossimi Eventi: FORUM - Criticità Gestionali di beni e aziende sequestrate - Roma 28 Novembre 2018
Incarichi giudiziari preclusi a professionisti e collaboratori che hanno rapporti familiari, personali e di frequentazione abituale con i magistrati. Queste le novità introdotte dal D.lgs 54/2018 in vigore dal 25 giugno. II decreto interviene a integrazione del codice antimafia modificato qualche mese addietro dalla L.161/17.
L'art.35 al comma 3 già prevedeva che non possono assumere l'incarico di amministratore giudiziario, né quelli di coadiutore o diretto collaboratore dell'amministratore giudiziario, il coniuge, i parenti fino al quarto grado, gli affini entro il secondo grado, i conviventi o commensali abituali del magistrato che conferisce l'incarico, né i creditori o debitori del magistrato che conferisce l'incarico, del suo coniuge o dei suoi figli, né le persone legate da uno stabile rapporto di collaborazione professionale con il coniuge o i figli dello stesso magistrato, né i prossimi congiunti, i conviventi, i creditori o debitori del dirigente di cancelleria che assiste lo stesso magistrato…(continua)
L’ordinanza n. 21487/18 della Cass. Civile Ord. Sez. 2 del 31 agosto 2018 consolida l’orientamento giurisprudenziale che sancisce l’illegittimità dei compensi ove tali da violare il decoro professionale, affermato già nel 2015 e nel 2016 dalla Corte di Giustizia Europea (sentenza 8/12/2016), dalla Cassazione (sentenza n. 25804/2015, ordinanza n. 24492/2016) e dalla Giustizia Amministrativa (sentenza TAR Sicilia n. 3057/2016, 334/2017 e TAR Lombardia n. 902/2017) che avevano ribadito quei principi anche codicistici che strumentalmente si voleva far credere fossero usciti dal nostro ordinamento in virtù di una previsione meramente regolamentare.
Le richiamate decisioni non sono quindi additive ma ricognitive ed esplicative delle norme vigenti, perché riconoscono il valore della qualità dell’opera e dell’affidabilità del professionista, presupponendo che il criterio dell’economicità della prestazione sia sì rilevante, ma non tale da tradursi esclusivamente nella limitazione della spesa. (vedi sentenza in sezione Compensi amministratori)
Oltre 17mila gli immobili confiscati e in gestione all'Agenzia nazionale. Molti di più quelli ancora nella fase di sequestro, stimati in almeno altri 40mila. Un patrimonio immobiliare immenso. Beni che, in base alle norme attuali, dovrebbe essere destinati a associazioni, attività sportive, scopi benefici ma che in realtà si trovano in condizioni che ne impediscono qualsiasi utilizzo. Inservibili e spesso senza alcun valido titolo edilizio.
In base alla legge questi immobili abusivi andrebbero abbattuti. "Pessimo stato manutentivo, tanto da risultare allo stato inadatti per finalità sociali o per qualsiasi altra destinazione funzionale, forieri di spese e aggravi in capo al bilancio della Città metropolitana, nonché di rischi per la sicurezza altrui." Questo il giudizio riportato nella recente inchiesta di Repubblica del 7 aprile che racconta dell'indagine della Procura della corte dei conti partenopea sugli immobili confiscati alla criminalità organizzata trasferiti dall'Agenzia nazionale alla Città metropolitana di Napoli…(continua)
Tre indizi fanno una prova. Il primo è un passaggio contenuto nella relazione conclusiva della commissione parlamentare antimafia del febbraio scorso (approvata all'unanimità da tutte le forze politiche) dove viene osservato che se da un lato il consenso culturale delle mafie si è ridotto nei contesti popolari, dall'altro è accresciuto nelle c.d. élite, chiamando in causa quella che viene definita area grigia o borghesia mafiosa cui appartengono i professionisti.
Un altro indizio è rappresentato da una ricerca dell'ateneo federiciano recentemente pubblicata dal titolo Mafie e libere professioni che, seppur con molta cautela, affonda il colpo sulle professioni liberali accusate di mettere a disposizione del crimine le proprie tecnicalità, fungendo da cerniera tra il mondo illegale e quello legale.
La terza - e ultima in ordine di tempo - esternazione è stata quella del procuratore capo di Catanzaro, Nicola Gratteri, secondo il quale…(continua)
La legislatura che prenderà il via con le elezioni politiche del 4 marzo dovrebbe destinare un'attenzione particolare alla gestione della massa enorme dei beni sequestrati e confiscati al fine di restituirli alla collettività. I diversi leader politici, in questo avvio di campagna elettorale, hanno già fatto qualche cenno. Cartolarizzazione degli immobili, superamento del vincolo alla vendita, aiuti alle imprese e ai lavoratori coinvolti. Proposte, a dire il vero, eccessivamente generiche.
L'agenda che proponiamo prende il via dalle aziende, che, come ormai noto, costituiscono un fenomeno ragguardevole ove si considerino i dati aggiornati e recentemente presentati da Infocamere (fonte Registro imprese) che, insieme ad Agn Network, ha condotto un'accurata indagine sulle imprese interessate da provvedimenti di sequestro con risultati sorprendenti. ….( continua ).
Il 6 luglio entrerà in vigore il decreto legislativo 18 maggio 2018, n. 72 sulla tutela del lavoro nell'ambito delle imprese sequestrate e confiscate in attuazione dell'articolo 34 della legge 17 ottobre 2017, n. 161 (pubblicato sulla G.U. n. 142 del 21 giugno 2018), che introduce misure di sostegno al reddito in favore dei lavoratori dipendenti di aziende sequestrate o confiscate alla criminalità organizzata e un particolare regime di "sanatoria" in materia di irregolarità contributiva.
Un provvedimento molto utile e orientato a risolvere problematiche ricorrenti nelle aziende sottratte alla criminalità e che avrà un impatto molto positivo sulle prospettive di mantenimento sul mercato di queste ultime.
La procedura si avvia su richiesta dell'amministratore giudiziario, previa autorizzazione del giudice delegato dopo l'approvazione da parte del Tribunale del programma di prosecuzione o di ripresa dell'attività dell'azienda presentato dallo stesso amministratore giudiziario ai sensi dell'articolo 41 del D.Lgs.159/2011…(continua).
Il Tar Lazio ha recentemente respinto i ricorsi del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti, di Inag e di Ius et gestio che puntavano all'annullamento del Dpr n. 177/2015 che regola le modalità di calcolo e liquidazione dei compensi degli amministratori giudiziari, ritenuto lesivo della categoria in quanto assume a riferimento le norme relative ai curatori fallimentari riducendoli irragionevolmente "sul presupposto di una minore complessità degli adempimenti richiesti e di una minore durata della procedura di prevenzione". Negli ultimi mesi, contestualmente, i giudici dei vari tribunali hanno iniziato ad applicare la nuova tariffa operando le prime liquidazioni, con risultati sconcertanti. Eppure parliamo di civil servant, professionisti che svolgono un lavoro complesso e rischioso, che non hanno mai percepito i compensi milionari con i quali sono state riempite paginate di giornali e che oggi rischiano di restare senza lavoro per il timore diffuso negli organi giurisdizionali che sono arrivati, in alcuni casi, a negare addirittura il diritto agli acconti… ( continua ).
Commento di Eleonora Pergolari
Va compensato in forza delle tariffe professionali, e non già degli usi locali, il custode e amministratore giudiziario di una società sottoposta a sequestro preventivo penale. E’ quanto si evince da un’ordinanza della Cassazione, n. 14484 del 6 giugno 2018, con la quale è stato accolto il ricorso avanzato da un custode e amministratore giudiziario di una società e dal suo coadiutore, contro una decisione di merito. In questa, l'organo giudicante aveva ritenuto corretta la liquidazione del corrispettivo secondo gli usi locali, non riscontrando una base normativa per l’applicazione delle tariffe professionali relative alla qualità di dottore commercialista del custode.
Rispetto a questa statuizione, i ricorrenti avevano lamentato una violazione delle norme relative alla tariffa professionale dei commercialisti e in tema di liquidazione del compenso agli ausiliari del Giudice, evidenziando che…(continua)
È successo a Caserta solo poche settimane fa. Un parcheggio multilivello, abbandonato perché sottoposto a sequestro giudiziario, è tornato a vivere e a essere fruibile per i cittadini.
Le piante ornamentali di Caserta e della reggia vanvitelliana, raffigurate metaforicamente in maniera viva e vitale, arrivano a decorare oltre 400 mq dove si trovano 100 posti auto e più di 180 box privati restituiti alla comunità dopo due anni di amministrazione giudiziaria. L’arte, e in particolare quella dello street artist Gola Hundun, ha messo il suo sigillo, rendendo il caso di Caserta un modello, un format replicabile anche in altri casi (non pochi) in Italia. Ma andiamo con ordine. L’area, dove non era stata ancora completata la costruzione di un parcheggio, veniva sottoposta a sequestro. A quel punto, l’amministrazione giudiziaria guidata da Domenico Posca e Pietro Bevilacqua ha preso una decisione importante ( continua )