Il 17 maggio, nel corso delle audizioni della Commissione Giustizia del Senato presieduta da Nico D’Ascola sul DDL 2134 di riforma del Testo unico antimafia, insieme ai colleghi del network Tony Dattola e Pietro Bevilacqua, abbiamo presentato le proposte di emendamento agli articoli riguardanti gli amministratori giudiziari rispetto al testo licenziato dalla Camera il 30 novembre 2015. Alla presenza del vice presidente Maurizio Buccarella del M5S, del segretario Rosaria Capacchione del PD e dei rappresentanti dei gruppi Giuseppe Lumia del PD, Enrico Cappelletti del M5S, Carlo Giovanardi del GAL, Giacomo Caliendo di FI, abbiamo chiesto la modifica di alcune norme a partire da quella definita "ammazza amministratori" che fissa il limite di tre incarichi aziendali, pur in presenza del rinvio a un successivo decreto interministeriale per l’individuazione dei criteri di nomina sulla base delle esperienze professionali specifiche. Se i criteri di nomina saranno disciplinati da un regolamento, che senso ha porre un limite quantitativo di tipo vincolante? Altro tema sul tavolo il riconoscimento degli acconti e dei rimborsi delle spese in presenza di aziende pienamente operative che necessitano di importanti risorse umane e organizzative da parte dei professionisti incaricati e occupati a tempo pieno. In tal caso gli acconti rappresentano per gli amministratori una necessità di sopravvivenza e appare equo riconoscerli con cadenza almeno trimestrale, commisurandone l’entità a quanto maturato fino alla data della richiesta. Una proposta che non rappresenta in alcun modo un aggravio di spesa e consente una gestione più efficiente delle procedure.